I giorni della festa
Da bambina aspettavo il Carnevale, i giorni in cui mi era consentito, anche fuori, indossare gli abiti dei personaggi delle storie che leggevo nei miei libri, e a cui solitamente davo vita nella solitudine di casa.
L’euforia del travestimento era per me, anche se non ne ero consapevole, la possibilità di interagire con gli altri senza sentirmi goffa e inadeguata. Dismesso il costume, tolta la maschera, mi risucchiava la malinconia di un presente che avvertivo banale e senza senso, per me. Il teatro ha rappresentato, e rappresenta ancora oggi, la possibilità di esprimere tutto ciò che nel quotidiano taccio.
Così come da bambina bastava qualche rimasuglio di stoffa e qualche accessorio insolito per accendere la mia fantasia, a teatro scelgo di utilizzare elementi semplici, essenziali, che tuttavia mi sembrano idonei a creare l’atmosfera di quei giorni di festa.
Ringrazio tutti quelli che hanno condiviso questo viaggio con me. Ai nuovi amici che si vorranno unire al cammino do il benvenuto. Buona lettura e buon teatro.
